sabato, Dicembre 2, 2023
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Giorgia Meloni: arriva il compromesso! L’UE sborserà 150 milioni di euro a sostegno del bilancio tunisino

Giorgia Meloni si è presentata al tavolo del palazzo presidenziale di Cartagine. La Capitale è in fermento per l’incontro tra la Presidente della Commissione von der Leyen e il Primo Ministro Rutte. Ma nonostante le grandi aspettative, il nodo centrale della discussione rimane quello dei diritti umani e dei rimpatri. Von der Leyen ha annunciato con forza l’impegno dell’Unione Europea, pronta a stanziare ben 900 milioni di euro, di cui 150 milioni immediatamente disponibili. Tuttavia, per raggiungere l’obiettivo, sarà necessaria un’intesa con il Fondo Monetario Internazionale. Un’occasione unica per dimostrare la forza dell’Europa e la sua volontà di proteggere i diritti dei più deboli, ma anche un banco di prova cruciale per la leadership della Presidente von der Leyen.

Giorgia Meloni presente al tavolo del palazzo presidenziale di Cartagine

Un fulmineo incontro, ma dalle conseguenze potenzialmente epocali. Il vertice tra Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni, Mark Rutte e il presidente tunisino potrebbe rappresentare un punto di svolta nei rapporti tra l’Unione Europea e la Tunisia, in un momento in cui la situazione nel Paese nordafricano è segnata dall’instabilità politica e dalle tensioni sociali.

Il tavolo del palazzo presidenziale di Cartagine è stato teatro di un confronto serrato e spigoloso, in cui sono state affrontate questioni cruciali come la gestione dei migranti e la necessità di un’intesa tra Tunisia e Fondo Monetario Internazionale. Ma alla fine, la luce verde è stata data alla prima intesa tra l’UE e la Tunisia, aprendo la strada a un memorandum d’intesa già siglato.

La leadership dell’Italia nei rapporti tra l’Europa e la sponda Sud del Mediterraneo è stata ribadita con forza da Giorgia Meloni, che ha sottolineato l’importanza di un accordo già in vista del prossimo Consiglio europeo.

Nel Palazzo voluto dal padre della patria tunisino, Habib Bourguiba, von der Leyen, Meloni e Rutte hanno dimostrato di essere un vero e proprio “Team Europe”, rappresentando l’intera Unione sin dalla nascita dell’idea di accelerare sul dossier tunisino. I giorni successivi sono stati caratterizzati da frenetici contatti tra gli sherpa, segno dell’importanza strategica dell’incontro per il futuro dell’UE e della Tunisia.

L’arrivo del compromesso

L’Ue e la Tunisia hanno finalmente raggiunto un compromesso, ma la strada per una vera intesa è ancora lunga. L’Unione Europea ha deciso di sborsare 150 milioni di euro per il bilancio tunisino, ma il presidente Saied ritiene che non sia sufficiente. Inoltre, il pacchetto di assistenza macro-finanziaria da 900 milioni di euro sarà erogato solo dopo l’intesa con il Fondo Monetario Internazionale, che sembra ancora lontana. La presidenza tunisina ha invitato l’Fmi a “rivedere le sue ricette” ed evitare “diktat”, sottolineando che gli aiuti sotto forma di prestiti “non porteranno benefici” alla popolazione.

La difficoltà di mettere il punto finale al negoziato tra Ue e Tunisia sta anche in un altro dato: la stessa posizione europea è frutto di un compromesso tra gli Stati membri. La cooperazione tra Ue e Tunisia sulla gestione dei flussi irregolari deve avvenire “in accordo con i diritti umani”, come ha spiegato il portatore delle istanze dei Paesi del Nord, Rutte. La dichiarazione congiunta fa riferimento ai principali nodi legati ai migranti: le morti in mare, la necessità di aumentare i rimpatri dell’Europa degli irregolari, la lotta ai trafficanti. Von der Leyen ha messo sul piatto sovvenzioni da 100 milioni di euro per sostenere i tunisini nel contrasto al traffico illegale e nelle attività di search & rescue. Meloni, dal canto suo, ha annunciato “una conferenza su migrazione e sviluppo in Italia, che sarà un ulteriore tappa nel percorso del partenariato” tra l’Ue e Tunisi. La strada è ancora lunga, ma l’Europa sembra essere sulla giusta via per una collaborazione fruttuosa con la Tunisia.

Giorgia Meloni e Von Der Leyen: le dichiarazioni

La Tunisia di Saied si impegna a rispettare i diritti umani e a chiudere le frontiere del Paese, ma sui rimpatri la porta sembra aperta solo per i tunisini irregolari. L’ipotesi che il Paese diventi un centro di transito sicuro per i migranti subsahariani continua a non decollare. Saied ha definito “disumana e inaccettabile” l’idea che il Paese ospiti centri per i migranti in cambio di somme di denaro.

La strada che porta a una vera partnership tra l’Ue e la Tunisia rimane in salita. La strategia dell’Unione Europea è quella di catturare il sì di Saied con una partnership economica ed energetica globale e di lungo periodo, in cui la migrazione non è altro che un ingranaggio. Tuttavia, la Tunisia deve fare di più per quanto riguarda i diritti e lo stato di diritto. “L’Ue vuole investire nella stabilità tunisina. Le difficoltà del suo percorso democratico si possono superare”, ha dichiarato von der Leyen. L’Europa tende la mano alla Tunisia, ma allo stesso tempo traccia una linea rossa entro cui la nuova partnership deve essere inquadrata.

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