La città di Catania ha avuto un fine settimana movimentato a causa dell’eruzione dell’Etna, il celebre vulcano siciliano. La caduta di cenere lavica ha causato la sospensione delle operazioni di volo all’aeroporto di Catania. Tuttavia, dopo la decisione della Sac di interrompere le operazioni di volo fino al ripristino delle condizioni di sicurezza, l’aeroporto riprenderà l’attività oggi, lunedì 22 maggio 2023, con alcune limitazioni e possibili ritardi.
Secondo il sito dell’Osservatorio etneo, al momento non viene prodotta più alcuna nube di cenere e questo rappresenta una buona notizia per gli abitanti della zona e per i viaggiatori.
Nel frattempo, sul vulcano è presente una colata lavica che fuoriesce dal Cratere di Sud Est, con il flusso lavico che si sviluppa ad ovest di Monte Frumento Supino. Nonostante ciò, il tremore vulcano è su valori medio-bassi e non è possibile stabilire la posizione del fronte lavico più avanzato a causa della variabilità della copertura nuvolosa.
In ogni caso, la ripresa delle operazioni di volo all’aeroporto di Catania è un segnale di speranza per la città e per tutti coloro che hanno subito gli effetti dell’eruzione dell’Etna.
L’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, è stato protagonista di innumerevoli eruzioni nel corso dei millenni. Le colate laviche, che si sono stratificate una sopra l’altra, hanno lasciato un segno indelebile sulla geografia della zona e sulla memoria storica della popolazione locale.
Tra le eruzioni più famose, quella del 252 d.C. si distingue per la leggenda che la circonda: si racconta infatti che la lava fu fermata dal velo di Santa Agata, la patrona di Catania. Ma l’eruzione del 1614 fu la più lunga e devastante, durando ben dieci anni e coprendo 21 km di superficie sul versante settentrionale del vulcano.
L’eruzione del 1669, invece, si concluse con la distruzione della parte occidentale di Catania, circondando il castello Ursino che allora si trovava a picco sul mare. Ma quella lava fu anche il primo tentativo di deviazione ad opera dell’uomo: un gruppo di coraggiosi, armati di mazze e martelli, cercò di deviare il deflusso rompendo gli argini della colata.
Tra le eruzioni più recenti, quella del 1991-1993 fu la più importante e la più lunga. La lava fuoriuscì da un insieme di fratture localizzate lungo la base del cratere sud-est e raggiunse la quota di 2200 m.s.l..
Ma l’Etna non è stato solo protagonista di eruzioni: anche lo tsunami di 8000 anni fa, provocato dal distacco e lo scivolamento a mare di un enorme tratto dell’edificio vulcanico di quell’epoca, ha lasciato una traccia indelebile nella memoria storica della zona. Le onde arrivarono fino in Libia, Grecia e Israele, sconvolgendo la vita degli abitanti della zona.
L’Etna, con la sua bellezza ma anche la sua imprevedibilità, continua a rappresentare una sfida per la popolazione locale e per gli esperti che si occupano della sua monitoraggio. Ma la storia millenaria del vulcano e la forza della natura che lo anima, continuano a ispirare e affascinare chiunque abbia la fortuna di ammirarlo.