Ecco come e perché sono cambiati i rapporti interpersonali nell’era dei social

di Ilaria Alò

Con l’avvento della tecnologia molti aspetti della società sono cambiati. Negli ultimi anni, a tal proposito, anche le relazioni tra le persone hanno subìto grossi cambiamenti con l’introduzione e la diffusione di applicazioni e social media. Di fatto, al mondo digitale senza ombra di dubbio, si può attribuire la grande capacità di annullare (quasi) le distanze tra le persone.

Un fattore positivo, in quanto permette di mantenere i propri contatti attivi ovunque e con facilità. Possono essere mantenuti rapporti che altrimenti sarebbero destinati a finire per motivi di distanza fisica, oppure a stringere amicizie significative, per via di interessi comuni, che difficilmente si sarebbero create. Ecco perché le relazioni nate on-line sono più durature e solide di quelle nate off-line, spesso è la condivisione di un qualcosa che alla fine unisce e lega.

Si possono creare momenti di aggregazione dal vivo, pensiamo ai concerti, alla presentazione di un libro, ecc. D’altra parte però è anche vero che questa forte possibilità può tradursi, come molto spesso accade, in una conseguenza negativa: non si sente più il bisogno di trovarsi di persona e i rapporti si fanno sempre più difficili, freddi e filtrati. Tutto questo ha delle ripercussioni sulle relazioni, di qualunque natura. Ce lo ricordiamo che prima per parlare con un amico dovevamo andare sotto casa sua e citofonare al campanello? O quanto fossero belli gli attimi ricchi di ansia e trepidazione che precedevano la chiamata o l’incontro con una persona per noi importante? Oggi questa attesa non c’è più. Oggi è tutto immediato e semplice in un mondo in cui siamo costantemente in contatto tramite i social. Quasi tutte le relazioni, di coppia o di amicizia, nascono grazie ai social. Oggi, da dietro uno schermo, ci sentiamo tutti più “al sicuro”. Il cellulare (il più utilizzato) media tra noi e l’altro. E’ più semplice parlare, raccontare di sé e chiedere dell’altro, conoscersi e confrontarsi. Il primo passo è creare un profilo creando così una personalità virtuale.

Gli utenti dei social sono molto più propensi a presentare una versione spesso esagerata della loro vera personalità, finendo per rappresentare un’identità virtuale eccessivamente idealizzata. Ci si racconta ormai solo tramite social, solo dopo aver appurato che l’altro ci piace, fa per noi, potrebbe essere interessante davvero, si passa ad una conoscenza reale. Da lì in poi le cose possono funzionare, ed è da lì che molti tendono a condividere la loro storia sui social con tanto di foto, passeggiate, brindisi e tramonti. Bello sicuramente, sempre che non si tramuti poi in un voler esserci a tutti i costi o peggio ancora, come a molti sarà successo di vedere, nel bisogno di ostentare una felicità o un benessere (che forse sarebbe opportuno, quantomeno all’inizio, vivere più intimamente).

Certe volte si usano i social per cercare di far ingelosire qualcuno. Le foto diventano vere e proprie strategie o tentativi un po’ maldestri, ahimè, per indispettire qualcuno. Non sempre ovviamente, ma molto spesso si. Questo succede anche quando per esempio ci si lascia con il partner. O si cominciano a postare link, foto, frasi nostalgiche, malinconiche e di sofferenza oppure l’esatto opposto, cioè frasi sulla rivincita nella vita, su quanto è bello non dover dar conto a nessuno, andando per feste brindando e ballando, meglio se circondati da persone del sesso opposto per fare ingelosire chi ci ha lasciati. Tutti questi sono purtroppo tentativi un po’ goffi di dare un’immagine che molto spesso non corrisponde alla realtà. Va bene mostrarsi reattivi e non chiusi in casa, non bisognosi o nostalgici ma è spesso ridicolo se ci mostriamo di continuo con drink e superalcolici o a fare tour in discoteche se poi chi ci interessa, conoscendoci, sa benissimo che siamo astemi oppure odiamo ballare. Capirà subito che vogliamo metterci in mostra e soprattutto attirare l’attenzione. È certo che non verremo mai presi in considerazione se ci mostriamo sofferenti. Piuttosto daremo l’idea di, non solo non aver superato l’abbandono, ma di stare anche molto male e quindi essere percepiti come perdenti, pesanti e soprattutto non attraenti. Semmai il partner volesse ritornare o anche solo vederci per parlare, non lo farà mai se ci vedrà ancora fermi lì emotivamente, a quella sera in cui ci siamo lasciati, per esempio. Idem se ci vede troppo euforici, è palese che stiamo ostentando qualcosa che non ci appartiene. Com’era bello prima quando ci si parlava seduti guardandosi negli occhi! O in un bar a bere un caffè! Oggi si parla solo tramite i social. Molti scrivono post con messaggi subliminali, cioè sotto la soglia di coscienza, affinché l’altro, si spera, percepisca che è pensato, amato o al contrario uno da cui star lontani, dipende dai casi. Si pubblicano canzoni, foto del posto del cuore, il vino che piaceva ad entrambi, creando cosi il dubbio nell’altro/a che c’è un riferimento a lui/lei, ma così, non troppo e non esplicitamente, soprattutto se in quel momento o posto X, stiamo con un amico fidato o con il cane a passeggiare. Sono i cosiddetti ancoraggi emotivi, si chiamano così perché riportano l’altro in una certa situazione vissuta, sicuramente di benessere, che un tempo condivideva con noi.

Quindi, concludendo, possiamo dire che districarsi oggi in queste realtà virtuali non è certo facile, soprattutto se puntiamo su di essi per farci conoscere, per attirare attenzione o peggio ancora riportare l’altro/a a noi.

Non è spiando le attività dell’altro che staremo meglio, anzi staremo peggio il più delle volte, perché l’uso di questi portali, è stato dimostrato, può portare ad una maggiore gelosia e/o ad un comportamento ossessivo a seguito delle opportunità offerte agli utenti di accedere ad informazioni sul loro partner o i loro amici che altrimenti non sarebbero accessibili.